domenica 29 settembre 2013

Il piccolo burattinaio di Varsavia- Eva Weaver





TITOLO: Il piccolo burattinaio di Varsavia
AUTRICE: Eva Weaver
CASA EDITRICE: Mondadori


LA TRAMA: Mika ha dodici anni, una madre e un nonno. Vive a Varsavia e presto la sua esistenza verrà sconvolta dall'invasione nazista. Mika è ebreo. Lui e la sua famiglia vengono rinchiusi nel ghetto ebraico e costretti a una vita miserabile. Alla morte (violenta) del nonno, il ragazzino eredita il cappotto e il suo segreto: cucite nella fodera ci sono mille e mille tasche, all'interno delle quali il nonno proteggeva i suoi affetti più cari. Inoltre Mika scopre anche dei burattini, che diventeranno l'antidoto alla brutale quotidianità per lui e molti altri ebrei del ghetto. E non solo, anche i nazisti gli chiedono di intrattenerli con gli spettacoli, dando modo a Mika di intraprendere una seconda vita e di dare una mano alla resistenza.

LA MIA OPINIONE: ecco un classico caso di ottime premesse e di scarso risultato. Mentre riscrivevo la trama, mi ripetevo quanto l'idea di partenza fosse buona e si rinnovava la delusione per quanto ottenuto. Un librino bellino, ecco come lo definirei (il che equivale a dire che una ragazza è simpatica o un uomo "un tipo"). Non che sia tutto da buttare, alcune cose sono ben fatte, ma in generale direi che è da riscrivere. Prendendo spunto dalla trama di 1Q84, assumerei un ghost writer per riscrivere da capo questa storia. Ma purtroppo non basterebbe, perché non è solo lo stile a deludermi (dopotutto sto leggendo in traduzione), ma anche alcuni snodi della storia... No via, non riesco a salvarlo. Troppo smielato, pieno di buoni sentimenti e facile speranza. Tutte belle cose certo, ma stiamo ambientando una storia del capitolo più nero, più infernale, più spietato e meno umano dello scorso secolo. Le piccole gioie, in oscuri momenti, fanno più luce del sole, è vero, ma qui si esagera. Ma andiamo per gradi.
Non mi è piaciuta l'assenza di grandi descrizioni. Io non le amo alla follia, ma in un romanzo ambientato in un'altra epoca si deve permettere al lettore di entrare nell'atmosfera del momento, si deve dipingere un ottimo sfondo per dare verosimiglianza alla trama, altrimenti non si vivono appieno gli eventi. Per me sono assenti non giustificati.
Troppa velocità. La Weaver sembra avere il tempo contato per poter dire tutto. Si corre, si corre da un evento all'altro e non ci si gusta neanche un momento.
Il personaggio è un ragazzo (nella seconda parte un uomo, non sveliamo chi, poi si passa al narratore in terza persona senza cambi di stile!) ma io sento una voce femminile narrare. Non c'è sospensione dell'incredulità e si sente la mancanza di penetrazione nell'io maschile. E poi, piange in continuazione! Ecchecacchio! Animo sensibile? Ok, ma ritengo questo Mika patetico più di un Werther (e amo Werther alla follia)!
Inoltre è inverosimile sotto diversi punti di vista. Non arriva mai a essere crudele, sembra che l'autrice abbia paura di farci troppo male, le morti sono descritte come dei passaggi dolci, senza dolore, ci sono pentimenti e riconciliazioni da sindrome di Edipo infarcite di psicoterapia... Uffaa!! 
Sinceramente, di Roberto Benigni ce n'è uno solo e di opere come "La vita è bella" molto poche. Questa non è una di queste.
Insomma, la sagra dei buoni sentimenti conditi con zucchero a velo. Potrei farlo leggere ai miei figli in futuro, ma credo che lo troverebbero comunque inadeguato a raccontare l'Olocausto, in quanto avrebbero già letto "L'amico ritrovato" (Fred Uhlman).

IN DUE PAROLE: inverosimile e sdolcinato

lunedì 23 settembre 2013

Letture in corso e prossime recensioni

Ciao a tutti i miei lettori e lettrici,
Approfitto di una pausa forzata dal lavoro per aggiornare lo stato delle mie letture, così da anticipare anche le recensioni che troverete prossimamente.
Devo dire che questi calcoli renali si stanno rivelando di grande aiuto per procedere più speditamente nella lettura, in quanto sto quasi fissa a letto e per farmela passare meglio, leggo. Anche quei libri che a cose normali avrei già interrotto e lasciato sulla mensola polverosa degli "a metà". Che dire, forse dovrei suggerire ai ricercatori il legame tra calcoli e aumentata pazienza. O forse è perché Marito non sempre c'è per procacciarmi nuove letture... Uhm...
Comunque, rientra a pieno titolo nella categoria "quasi quasi ti lascio" il romanzo (racconto? Favola?) "Il piccolo burattinaio di Varsavia", Eva Weaver; mentre sta andando avanti con voluta lentezza, per meglio assaporarlo, "La traduttrice". Sarà che parla direttamente a quel lato di me che ho lasciato all'Università il giorno della discussione di laurea, la piccola linguista e aspirante traduttrice; sarà che è uno di quei romanzi intimisti e pieni di arrovellamenti psicologici che a noi donne piacciono tanto,  ma lo adoro e non vorrei finirlo mai! È così pieno di citazioni letterarie e musicali che lo userò come spunto per future letture. E mi fa venire voglia di tornare all'Università. Maledetto!
Prossimamente poi ci infilerò l'ennesima lettura dell'omerico Odisseo, narrato da Valerio Massimo Manfredi. Non ho mai letto niente di lui e sono curiosa di scoprirlo. 
A presto con le recensioni!!

mercoledì 18 settembre 2013

La Piena- Mikael Niemi


TITOLO: La piena
AUTORE: Mikael Niemi
CASA EDITRICE: Iperborea

TRAMA: All’inizio è solo un mormorio, un’eco lontana. Poi un boato, un rombo sinistro. E quando lo vedi arrivare è troppo tardi: un muro di acciaio in corsa, un ruggente mostro famelico che inghiotte ogni cosa. È il fiume Lule, nel nord della Svezia, che per le lunghe piogge d’autunno monta in un’incontenibile onda devastando la valle e trasformando le sue alte dighe in risucchianti cascate. È la natura che si ribella, la morte che ti insegue, il diluvio che ti punisce. All’improvviso ogni sicurezza, norma e ordine vengono spazzati via, rimane solo una vertiginosa lotta contro il tempo e l’acqua per la vita: cosa saremmo disposti a fare per salvare noi stessi e i nostri cari? Il panico mette a nudo la vera natura dell’uomo, risveglia i suoi fantasmi e i suoi demoni, scatena le più imprevedibili reazioni di crudeltà, altruismo, vendetta e amore. C’è chi si trova a cavalcare una baita travolta dai flutti e chi si aggrappa al cadavere di un amico come a un provvidenziale salvagente, chi pensa a salvare e chi a uccidere, e chi aveva deciso proprio quel giorno di suicidarsi, ma finisce a sorvolare la catastrofe con il suo elicottero per amore della moglie che lo ha rovinato. Con una suspense mozzafiato, l’energia magnetica della sua lingua e lo humour acuto e spietato con cui crea personaggi memorabili, Mikael Niemi ci trascina in una cavalcata selvaggia attraverso una rocambolesca apocalisse, un’epopea pulp che forza i confini della realtà e ne stritola i limiti per spremere il succo delle nostre ansie e debolezze, per farci vivere l’assurdità dell’incubo che a volte si confonde con la realtà. (tratto da: Iperborea)

LA MIA OPINIONE: un capolavoro. Oggi la recensione si esaurisce qui. Non c'è bisogno di aggiungere altro. Compratelo e basta.



No, va bene, il mio colossale egocentrismo mi spinge a scrivere anche la mia esperienza, ma davvero, non ce ne sarebbe bisogno. Ho già detto in un articolo del mio amore per Iperborea (e del mio incontro magico con Niemi!), per quelle traduzioni così accurate e anche per l'estetica, che in un libro cartaceo ha la sua notevole parte. Le pagine ruvide come carta da acquerelli, il formato inconfondibile, le belle immagini di copertina lo rendono un prodotto di altissimo livello, non solo per la qualità insita delle opere, ma anche dal punto di vista tattile, visivo, sensoriale insomma. Ma sto divagando.
Il fiume ti prende e ti travolge. Quando la piena arriva, arriva. E così la narrazione di queste vite, questi personaggi che si trovano ai bordi del fiume Lule nel momento dell'esondazione. Goccia dopo goccia, la diga si rompe e il fiume si riprende la sua libertà, trovando altra acqua al suo passaggio, i bacini delle altre dighe e portando morte e distruzione tutto intorno. Un capitolo per ogni personaggio, che narra con il proprio stile e lessico. Dal romanzo collettivo emergono dei personaggi chiave più importanti di altri, uno su tutti Vincent, ma anche sua figlia Lovisa o Adolf, l'autista delle celebrità. Ogni lettore può trovare qui un personaggio che lo rappresenti e che lo porti dentro il dramma, a chiedersi: "Sta per arrivare la piena, puoi portare con te solo tre cose. Cosa porti?"
Un'umanità ricondotta alle origini, ed è questo il momento in cui viene fuori la nostra vera natura: ci sono assassini che escono allo scoperto, madri coraggio che affrontano il fiume e arrivano a rubare e ingannare pur di salvare i figli, ex coniugi che si aggrappano l'uno all'altra dopo veleni e cattiverie (le brioche salate sono state un capitolo esilarante!), la vita vera, nuda e cruda schiaffata sulla pagina, ma senza eccessi. Ecco, una cosa che ho apprezzato molto di Niemi è la capacità di rendere vero e verace ogni parola senza arrivare a forzature estreme ed artificiose. Per questo quando ho riletto la sinossi e ci ho trovato la parola "pulp" ho aggrottato la fronte. Non è pulp, almeno non nell'accezione che gli do, quindi non aspettatevi sbudellamenti o gratuite descrizione di violenze. 
Un altro tema conduttore è l'appartenenza, per alcuni personaggi, alla popolazione sami, questi svedesi non svedesi che provengono dal Grande Nord. Viene fuori in questi ultimi momenti di civiltà la loro appartenenza al mondo naturale e la loro relazione stretta con gli animali, quasi sciamanica. Senza però infarcirci di idilliache narrazioni alla "Balla coi lupi", infatti ne vediamo anche gli aspetti peggiori, quelli legati all'abuso di alcol e all'emarginazione che, nonostante la grande società svedese, essi provano. 
Un aspetto che amo degl'iperborei libri è questo squarcio sul mondo nordico, che ci è estraneo per lo più, questa capacità di farci conoscere una realtà che apparentemente è come la nostra ma che ci è meno familiare di quella nord americana. Io ritengo i libri di questa casa editrice un ottimo antidoto contro l'omologazione e la americanizzazione della nostra società, per aprire veramente la mente, cosa che molte letture proposte dalle "major" non ci permettono di fare.
Un romanzo da leggere, da far entrare dentro come l'acqua del grande fiume per riflettere su cosa faremmo noi, cosa siamo noi in fondo in fondo, quando gli orpelli della vita ci lasciano nudi e scoperti, come due progenitori all'alba del tempo.

IN DUE PAROLE: (non ci sono parole che ingabbino il fiume, ma se proprio devo...) Inarrestabile, trascinante

venerdì 6 settembre 2013

Supermercati Pam e libri scolastici

Salve lettori e lettrici, 
oggi vi voglio parlare di un'iniziativa che ho notato nei supermercati Pam e che trovo interessante. In questo periodo dell'anno molte famiglie sono alle prese con la spesa immensa dei libri scolastici, che non sono mai economici... Senza addentrarsi in polemiche, che io condivido in quanto i libri di scuola per me dovrebbero essere se non gratuiti almeno a prezzi accessibili, ho voluto provare ad ordinarli al supermercato. Perché? Perché durante la solita attesa alle casse, ho letto il cartello di questa iniziativa: ordinando i libri alla Pam, il 20% del loro costo viene trasformato in buoni spesa. Beh, mica male, tanto la cena la devo procacciare comunque, mi sono detta, ma arriveranno in tempo? Si troveranno i titoli? Insomma, ero incuriosita e allora ho sperimentato questo servizio!

Prima di tutto occorre registrarsi con il proprio numero di tessera fedeltà sul sito del supermercato, selezionare il punto vendita presso cui ritirare i libri e poi inserire i testi che si vogliono ricevere. Questa è la parte più difficile, perché i libri si trovano meglio col codice ISBN, che io non avevo. La ricerca per autori è stata fallimentare, quindi ho perso un po' di tempo a navigare su vari siti per trovare quello relativo al testo di cui avevo bisogno. Se nella lista della scuola ve lo forniscono, meglio, altrimenti abbiate pazienza e cercate i libri su Amazon. Il codice ha 13 cifre, non si può fare il copia-incolla, quindi altra pazienza per inserirli (se siete discalculici come me è una fatica enorme) ma alla fine ce l'ho fatta!
A quel punto confermate l'ordine e aspettate. Nella sezione "stato ordine" troverete una legenda con i vari stadi, quindi potete vedere passo passo dove sono i vostri libri. Io ho ordinato i miei il 28 agosto e sono arrivati in negozio ieri, il 5 settembre. Una settimana lavorativa circa. Non male. L'acquisto di libri è valido anche per ricevere i bollini della raccolta punti e genera immediatamente il buono spesa. Ne ho approfittato per fare subito la spesa, che il frigo piangeva disperato.

Insomma, buon servizio e offerta intelligente! Mi è piaciuto e lo consiglio!

Rose