AUTORE: Jules Verne
LA MIA ESPERIENZA DI LETTURA: Come per Anna Karenina, non farò la solita scheda recensione, anzi credo che per i classici non la farò proprio mai. In rete si trovano mille sinossi dettagliatissime e non è di certo questo quello che voglio fare con questo post. Mi va invece di raccontarvi la mia esperienza di lettrice.
Divertita, intrigata, rapita, queste sono solo alcune delle mie reazioni mentre procedevo nella lettura. Come ho scritto nella pagina Facebook, davvero non capisco come si possa relegare un libro del genere alla letteratura per ragazzi soltanto. Con una tesi di laurea su un testo per l'infanzia, lungi da me classificare questo genere come minore, ma si sa che tante volte così viene percepito, come se i libri per bambini non possano sconfinare nel genere più ampio di "letteratura". Molti genitori comprano libri ai figli (se li comprano) senza neanche aprirli oppure scelgono i libri del Topo Stilton che osa anche riscrivere i romanzi. Mi chiedo se in Piccole Donne del topastro Beth muoia o la mandi in un centro benessere. Brrr!
Jules Verne è stata una bellissima scoperta. Ammetto di non aver mai letto nulla del francese avventuroso prima di questo libro e sono sicura che ben presto recupererò il tempo perduto. Ho trovato Il Giro meravigliosamente affascinante e pieno di descrizioni di alto interesse per un mondo che non c'è più. Devo essere sincera: fin dalle prime pagine mi ha catturato con la descrizione della flemma di Fogg, ma fino all'India mi chiedevo quando cominciassero le avventure e le descrizioni dei vari paesi. Ed è grazie al mitico Passepartout, capace di ficcarsi in ogni genere di guai che possiamo imparare meglio che a scuola come era strutturata la società dell'Ottocento. L'India britannica divisa tra due realtà e culture, la Cina dei trafficanti d'oppio, l'orgoglio dei giapponesi, l'America ancora inesplorata e abitata da "rascals", le pire funebri, i circhi, gli assalti al treno... Ah, che godimento! E ancora, è stato notevolmente interessante vedere come Passepartout, camminando per le città portuali, inizi a descrivere quella che adesso chiameremmo "globalizzazione", ovvero l'appiattimento e l'uniformazione delle realtà locali. Più di una volta infatti nota che gli sembrava di non essere mai uscito dall'Europa, visto che molti dei quartieri vicini al porto erano stati riadattati ai gusti occidentali.
E ancora i mezzi di trasporto: dai battelli a vapore alle barche a vela, i treni e le slitte... anzi, se devo eleggere il mezzo di trasporto che ho preferito, è stata la slitta a vela! Mi ha proprio fatto sognare ad occhi aperti e vorrei tanto un giorno poter provare l'emozione di viaggiare in questo modo. Chissà che non ci riesca!
IN DUE PAROLE: per sognare (anche da adulti)
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