TITOLO: Scritte
AUTORE: Fabio Ricci
EDIZIONI: Zerounoundici- anno 2009
LA TRAMA: Dan Solo è uno scrittore baciato dalla fortuna, che sembra avere avuto tutto dalla vita: successo, soldi, una bella famiglia, una fama che rimarrà negli anni a venire. Esiste però una storia molto diversa, una verità che si nasconde dalle luci dei riflettori per confondersi nel buio e nel sangue. Qualcosa nel suo passato che, nel bene e nel male, l'ha reso quello che è oggi.
Un passato che non è morto e sepolto come credeva e che sta per tornare a chiedere il suo dazio, un'ombra maligna con uno strano oggetto che scintilla nella mano...
L'AUTORE: Fabio Ricci nasce a Prato il 19/08/1979, da sempre appassionato di lettura, muove i primi passi nel mondo della scrittura durante il liceo, prima
attraverso una serie di racconti brevi e successivamente con la stesura di
Scritte, il suo primo romanzo lungo, cui fanno seguito altri quattro libri di
cui solo l'ultimo, Spielen, viene pubblicato nel 2011. Esso fa seguito al già
citato Scritte, entrambi vengono pubblicati dalla casa editrice milanese 0111
Edizioni, reperibile online e attraverso le principali librerie previa
ordinazione. I modelli di scrittura di Ricci sono soprattutto la narrativa
anglosassone fantastica e quella più horrorifica di stampo americano, i miti
sono i vari King, Matheson, Gaiman, ma ama molto anche il fantasy realistico
alla Martin e la fantascienza degli intramontabili Asimov e Dick. Sul versante
nostrano apprezza molto Ammanniti, Culicchia e Morozzi, esponenti di una
scrittura fresca, giovane e d'avanguardia.
L'autore ha potuto approfondire e coltivare la passione per il genere
letterario grazie alla sua lunga esperienza lavorativa presso la Libreria
Marzocco.
LA MIA OPINIONE: sorprendente. Per me questa esperienza di lettura è stata una scoperta vera e propria. Scoperta dell'autore e del genere, che vi dico subito essere un horror con incursioni splatter. Assolutamente lontano dalle mie letture solite, ma nonostante questo mi sono trovata a macinare pagine su pagine. Pagine che sono 156, quindi non tante, l'ideale per approcciarsi a un tipo di libro diverso dal normale o per provare un brivido in questo torrido luglio. Ora, non l'abbia a male l'autore ma per me questa è un'ottima lettura estiva. Si sa che è una definizione killer, che una lettura estiva può divenire un best seller ma mai un classico della letteratura. Invece io ritengo che tutto dipenda dal genere di lettore che si è. Certo, se normalmente non si va oltre le famigerate Cinquanta sfumature... Personalmente d'estate mi piace sperimentare cose nuove e fare incursioni in altri generi, chissà perché d'estate e meno d'inverno il mio cervello ha bisogno di stimoli diversi. Fabio Ricci con questo romanzo horror ha sicuramente colpito il mio immaginario e a tratti anche lo stomaco. Scritto con una padronanza di linguaggio ammirevole, la trama si snoda avvincente e affascinante, anche raccapricciante, attraverso il mondo oscuro e inesplorato della psiche umana. Devo dire che a questo autore non manca nulla sotto il profilo della costruzione delle frasi, gioca con le parole come se fossero care amiche e il suo stile raffinato mi ha veramente incantata.
L'idea è veramente accattivante e originale: due scrittori a confronto, di cui uno deviato che ama incidere le sue storie sulla pelle delle persone, che si incrociano per tutta la vita portandosi via a vicenda gli affetti più cari, siano essi storie o persone; idea anche un po' morbosa direi, il che non guasta in un romanzo che si posiziona in questo genere. E devo dire che l'abominevole signor P mi darà gli incubi: devo ammettere di aver avuto il voltastomaco nel capitolo finale...
Veniamo ora alle note da esordiente: all'inizio l'utilizzo di nomi di imprecisata origine (non sono riconducibili a una lingua straniera in particolare, ma a diverse) mi aveva spiazzato e reso un attimo difficile calarmi nella trama, insomma non sapevo dove ambientare nella mia mente il romanzo. Poi invece penso di aver capito: non dare un'origine ai personaggi li rende puri abitanti della fantasia, di un luogo che può esistere soltanto nel tuo cervello, e in quello dell'autore. E' come uno spazio neutro su cui lo scrittore ti fa atterrare, come se ti invitasse a casa sua. Ora, forse mi sto facendo dei viaggi mentali, ma è quello che ho sentito.
Poi, ho trovato alcuni dialoghi un po' stereotipati. La cosa migliora sensibilmente con l'andare del romanzo, ma il capitolo in cui si conosce la compagna dello scrittore, Sheila, mi è sembrato preso da un film un po' anni Ottanta. Insomma, non è che il mondo dei sentimenti sia reso proprio realisticamente lì. Invece, la dimensione familiare viene ricostruita con più precisione e, appunto, poi si va migliorando.
Insomma, da leggere!!
IN DUE PAROLE: molto originale, inquietante e accattivante (e risottolineo: molto ben scritto!!)
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