Sottotitolo: gli educational
LC&G 2014 è finito ed eccomi qua con i piedi sul divano, nelle orecchie ancora le promesse degli amici di rivederci prima di un anno e col pensiero agli standisti che stanno smontando proprio in questo momento. Come al solito, un po' di tristezza permea l'aria e mi piace pensare al codino finale che in genere consiste in una bevuta con quei pochi colleghi di Marito che rimangono qualche giorno in più in città.
Con questa calma, posso parlarvi degli educational a cui ho partecipato. Su suggerimento della Leggy (aka la Leggivendola, il suo blog per me rimane il più bello dell'aere), mi sono iscritta a questi incontri che la manifestazione organizza per gli addetti ai lavori (o chiunque ne possa trarre giovamento, come anche noi blogger di libri a quanto pare). Gruppi molto ristretti, non più di venti in genere a stretto contatto con l'autore che può tenere una specie di lectio magistralis oppure una chiacchierata informale con il pubblico. Due autori, due stili diversi. Joe Abercrombie e Luca Tarenzi.
Joe Abercrombie è inglese che più inglese non si può e ha impostato subito l'incontro in modo tale che per un attimo ho pensato di trovarmi a un pub, intorno al bancone e dietro a una pinta di ale. Prima di tutto lasciatemi dire che è bello. E poi lasciatemi dire che al suo dito brilla una fede. Anche al mio. Quindi aperta e chiusa parentesi, ma è veramente bello. Il suo incontro si chiamava "Il fantasy secondo me" e alla fin fine è stata una bella dissertazione sul genere, ma anche sul mondo dell'editoria. In effetti, eravamo molto presi dal fatto di poter fare domande a raffica che forse abbiamo perso un po' lo scopo dell'incontro, che a me interessava in particolar modo, ovvero come Joe affrontasse un genere che a volte sembra aver già dato tutto. Non poteva mancare un riferimento al diabolico Martin e proprio Joe lo ha nominato per la prima volta, svelandoci che aveva già scritto qualcosa prima di leggere Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ma che solo dopo ha riscritto tutto, alla luce di quello che aveva appreso si potesse fare da Martin. In effetti, pare abbia avuto una discreta influenza su di lui. Ma al contrario di lui, gli è stato fatto notare, non eccede mai in violenza e sesso, al che, da bravo inglese ha risposto dicendo che "una cosa la si scrive solo se si è in grado " e che umilmente ha ammesso di non essere molto interessato a entrare nei dettagli di un'uccisione ma di preferire una descrizione "alla distanza". Niente sesso siamo inglesi, dunque. Comunque l'ho ammirato e mi è piaciuto molto la sua risposta. Non si trattava di un borioso so tutto io, faccio tutto bene io, ma anzi ha ammesso i suoi limiti nel descrivere personaggi femminili, sperando di poter migliorare in futuro e che non sarebbe mai in grado di auto pubblicarsi. E su questo mi trova francamente d'accordo. Ora, non voglio aprire un barattolo di vermi, ma sinceramente trovo che il ruolo dell'editore sia importante ed essenziale proprio alla luce delle diverse professionalità. Io non sarei mai in grado di occuparmi della copertina, del marketing, della promozione etc etc. Capisco che in Italia la situazione editoriale sia ferma al Pleistocene (cosa sottolineata da Tarenzi) e che a volte ci siano dei talenti nascosti che non hanno altro modo di venire fuori (per ora mi sono rimasti nascosti il più delle volte, ma confido un giorno li troverò), però amo che ognuno faccia il suo lavoro. Tutto qui.
Tarenzi invece ha l'esplosione di un mortaretto a Capodanno. E' energico, divertente, lungo capelluto e con l'aria da chi è appena sceso da un chopper. Era la prima volta che lo vedevo. Lui ha impostato più l'incontro su un excursus storico del genere Urban Fantasy, un genere di cui non sapevo nulla. Invece, proprio grazie a questo incontro, ho scoperto di aver già visto o letto qualcosa, ma mi ha aiutato tanto a farmi chiarezza. Per esempio, ho scoperto la differenza tra questo genere, il Young Adult e il Paranormal Romance. Deo gratias, finalmente. E poi ho scoperto che alcuni dei miti della mia infanzia, erano antesignani del genere, come Highlander. Fico. Mi sono segnata tutti i suoi consigli di lettura, ci ha pure consegnato una dispensina che mi leggerò appena finito questo articolo. E' stato molto generoso credo. Una cosa che voglio condividere con voi è la notizia che ci ha dato Luca: tra un mesetto uscirà l'edizione italiana di Libriomancier (Jim C. Hines), un urban fantasy appunto in cui il protagonista è un bibliotecario col potere di far fuoriuscire oggetti dai libri più popolari e letti. E qui si apre un elenco smisurato di citazioni che ogni appassionato lettore riconoscerà, tanto che a fine libro l'autore ci lascia la lista dei libri nominati. Giusto per andarsene a leggere altri, in caso li aveste mancati!
Per il resto, la fiera si è svolta sotto un sole splendente, cocente a tratti, che ha aiutato molte cosplay a vestirsi ancora di meno e le gelaterie a vendere di più. Una mia amica ha vinto un premio al concorso nazionale di Cosplay e non vedo l'ora di andare domani a cena con lei per festeggiare. I numeri dei visitatori ancora non ci sono, ma sicuramente sono stati tanti, stratanti, soprattutto sabato. Tant'è che non sono riuscita a rientrare al Games fino a stasera alle sei, ma a quel punto mi sono detta che gli acquisti di libri li potevo fare anche fuori fiera, con più calma. Comprare libri è un atto di riflessione per me e non volevo abbrancare qualcosa a caso tanto per fare. Ovviamente una cosa l'ho presa: la nuova antologia del Trofeo RiLL. Abbiatela, scopritela, leggete ciò che viene fuori da cotanto concorso. Per me è un'utopia riuscire a scrivere cose così... Ciò non vuol dire che non ci proverò!
E vi lascio così, mentre aspetto un marito che non tornerà se non a notte fonda... Meno male Sdentato è sempre con me!
Buona notte
Rose