venerdì 8 marzo 2013

Post dell'8 marzo- Anita Diamant "La tenda rossa"

Ciao a tutti, lettori vicini e lontani!

Oggi è la festa della donna e volevo festeggiarla con un post. Non è facile per me dire che amo questa festa, perché i ristoranti e i locali si riempiono di donne che forse travisano il senso di questo giorno, trasformandosi  in una antitesi totale di quello che l'8 marzo dovrebbe significare. Io vorrei invece sottolineare come la figura femminile sia stata per secoli emarginata dalla società o relegata in ruoli secondari e per questo sia giusto, doveroso, dedicare una giornata l'anno alla riflessione (non allo smutandamento di uomini "prezzolati") e all'orgoglio di essere femmine, nonostante tutto. Ma non voglio andare nel polemico, bensì lasciarvi con una citazione da uno dei miei libri preferiti, fondamentali: di Anita Diamant "La tenda rossa" (edizione italiana Tropea). La storia si ispira alla Bibbia, a quella Dinah, unica figlia di Giacobbe, a malapena citata nel testo se non per dire che fu violentata e rapita da un nobile egiziano. Con uno stile prettamente femminile, improntato a scoprire le psicologie dei personaggi, ma al tempo stesso preciso e a volte direi anche crudo nelle sue descrizioni della vita del tempo, l'autrice fa rivivere questa donna poco conosciuta della Bibbia, creandole una storia, dandole voce, "inventandola". E la cosa che più mi colpisce di questo libro è che narra il rapporto madre-figlia (ma anche nipote-zia, fratello-sorella...) come pochi altri libri che ho letto hanno saputo fare. Una lettura consigliata a tutte le donne, per prendere consapevolezza, ma anche da tenere in mente quando culleranno la loro bambina...

"[...] Se mi avessero invitato a parlarne, avrei cominciato con la storia della generazione che mi ha allevato, che è l'unico prologo possibile. Se volete comprendere una donna, dovete prima chiedere di sua madre e poi ascoltare con attenzione. I racconti sul cibo rivelano una connessione profonda. I silenzi malinconici alludono a una storia non ancora conclusa. Più una figlia conosce i dettagli della vita di sua madre- senza inorridire né frignare- più sarà forte.
Certo per me è tutto più complicato perché ho avuto quattro madri, ciascuna delle quali rimproverava, insegnava e coltivava qualcosa di diverso in me, mi offriva doni diversi, mi imponeva timori diversi. Leah mi ha dato la vita e la sua splendida arroganza, Rachele mi ha insegnato a disporre i mattoni della levatrice e ad acconciarmi i capelli, Zilpah mi ha fatto riflettere, Bilhah mi ha ascoltato. Non ce n'erano due che insaporissero la carne allo stesso modo. Non ce n'erano due che parlassero a mio padre con lo stesso tono di voce... né del resto lo faceva lui. E dovreste sapere che le  mie madri, per giunta, erano tutte sorelle, figlie che Labano aveva avuto da mogli diverse, anche se mio nonno non aveva mai riconosciuto Zilpah e Bilhah: gli sarebbe costato altre due doti, e lui era un porco taccagno.
Come tutte le sorelle che vivono insieme e condividono un marito, mia madre e le zie intesserono una tenace ragnatela di lealtà e rancori. Si scambiavano segreti come fossero braccialetti, e li lasciarono a me, l'unica femmina sopravvissuta. M'insegnavano verità che ero troppo giovane per ascoltare. mi prendevano il viso tra le mani, facendomi giurare che avrei ricordato. [...]

E ora vi accostate a me, voi donne che avete le mani e i piedi morbidi come quelli di una regina, con tanti recipienti per cucinare in più del necessario, tanto sicure di voi sul lettino del parto e tanto libere nel parlare. Venite spinte dal desiderio di ascoltare la storia che è andata perduta. Avete fame di parole capaci di riempire il grande silenzio che ha inghiottito me, e le mie madri, e prima ancora le mie nonne. 
Vorrei avere qualcosa di più da raccontare sulle mie nonne. Mi spaventa l'idea di quante cose siano state dimenticate, ed è per questo, credo che ricordare sembra un atto sacro.
Vi sono tanto grata per essere venute. Riverserò su di voi tutto quello che ho dentro, in modo che possiate allontanarvi da questa tavola sazie e fortificate. Che siano benedetti i vostri occhi. Che siano benedetti i vostri figli. Che sia benedetto il suolo sul quale camminate. Il mio cuore è un mestolo d'acqua di fonte pieno fino a traboccare.
Selah."

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