sabato 26 luglio 2014

La primavera di Cosroe- Pietro Citati



Titolo La primavera di Cosroe
Autore Pietro Citati
Edizione Adelphi

Trama: la storia della civiltà iranica attraverso gli occhi poetici e appassionati di Citati. Un percorso cronologico che, attraverso episodi e personaggi storici selezionati dall'autore, ci svela i segreti di una delle civiltà più grandi del mondo, arrivata da anonimi e freddi paesaggi fino a dominare l'Oriente vicino e più lontano, una cultura raffinata e crudele allo stesso tempo, un mito incarnato che si ripete nei secoli.

La mia esperienza: sinceramente, nella mia immensa ignoranza, non conoscevo Pietro Citati. Sono dovuta ricorrere a Wikipedia per scoprirlo, e vi consiglio di fare lo stesso. Anzi, ve lo linko qui, così non ci sono scuse. D'ora in avanti tutti dovranno sapere chi è questo grandissimo uomo che ha scritto uno dei libri che più mi ha incantato quest'anno. Sissignori, questo libro entra nella categoria "aspirante libro dell'anno" per il 2014. E perché vi chiederete, ma sopratutto perché un saggio. I saggi sono noiosi, si studiano per gli esami e basta. Beh, se siete in carenza di un'ottima scrittura, narrativa scorrevole, accuratezza e ricerca storica, linguaggio poetico capace di catapultarvi nella storia... Dovete leggere questo libro! Non solo scorre meglio di un romanzo, ma mi ha entusiasmato molto più di qualsiasi fiction letta quest'anno. Citati riesce a far rivivere la Storia con una familiarità e intimità inaudite, sentirete i miti incarnati di Cosroe, Ardashir, Ahura Mazda; vi trasporterà lontano, l'autore, lassù sui picchi delle montagne sacre, ascolterete i miti, i musicisti, le profezie, preparerete i rituali con i sacerdoti e non vi annoierete un minuto. Solo due capitoli della terza parte mi hanno preso meno, sono quelli sui mistici islamici. Ho trovato il tutto un po' astratto, ma ovviamente lo è, trattandosi della ricerca di Dio. Insomma, in ogni caso un'esperienza di lettura!
Un solo rimpianto, averlo cominciato in treno... Sono dovuta tornare indietro a rileggere molti capitoli a causa delle interruzioni... Concedetegli le vostre pause e il libro vi renderà indietro molto più del vostro tempo. 

In due parole: esotico e lirico

venerdì 25 luglio 2014

Una vita in libri#1 I libri della formazione

Ciao a tutti,
Questa idea è nata da un'iniziativa de La lettrice rampante su Facebook, la quale, in seguito a una richiesta arrivatale, invitava a postare i propri tre libri considerati imperdibili così da creare una lista per un lettore "implume". Beh, ho risposto all'iniziativa con i miei titoli e poi mi sono messa a pensare a una lista più ampia che avrei consigliato io. Ho iniziato anche a buttare giù i motivi per cui consiglierei tali titoli e... Qui è cascato l'asino! La lista è diventata lunga e tematica: farei leggere questo libro a questo tipo di lettore per determinati motivi, un altro volume per un altro pubblico e per altre ragioni e così via! Inoltre mi sono resa conto che tanto di ciò che sono e credo deriva da delle letture, in parte imposte dalla scuola (se di imposizione si può parlare in caso di lettori voraci) o che mi sono arrivate in modo casuale durante la vita...

Quindi, in un momento di noia da recensioni, posterò un po' di queste liste, che cercherò di mantenere corte, in media tre libri ciascuna. Non voglio assolutamente copiare l'altro blog, che ha avuto il compito di creare una lista per avvicinare un giovane lettore al magico mondo della lettura, ma l'ho trovato un modo divertente e stimolante per fare ordine nelle letture fatte, per capire chi mi ha dato cosa e tirare un po' le somme.

Oggi vorrei iniziare con la lista che prima mi è venuta in mente, cioè quella per formare delle persone giovani, ancora piuttosto "vergini" del mondo, più che della letteratura. Quindi quelli che secondo me sono essenziali per capire "come funziona" e non cadere nelle trappolone da retorica. Non è facile indicare una fascia di età, perché i giovani oggi sono molto più coscienti della mia generazione, ho trovato diciassettenni fortemente politicizzati e impegnati socialmente e studenti universitari che pensavano solo a postare selfie tutti i minuti, quindi non saprei dire... Ci provo? Dai 15 ai 20 anni? Diciamo che questa è l'età ipotetica a cui farei leggere questi libri ai miei figli un giorno. 


Il Gattopardo- Tomasi di Lampedusa


per: scoprire la realtà dietro le propagande di ieri e di oggi, e in particolare per capire quel delicato passaggio che fu l'Unificazione, forse mal gestito, che ha generato il Paese in cui viviamo adesso (nonché innamorarsi perdutamente di Tancredi!).


Io non ho paura- Ammanniti


per: scoprire l'Italia in un periodo storico buio che i ragazzi non hanno vissuto, quello dei sequestri di persona e far conoscere alcune zone remote del nostro Paese.


La fattoria degli animali- Orwell


per: aprirsi gli occhi sulla politica.

Diciamo che per adesso mi sono focalizzata sul rapporto individuo-mondo, che si esprime principalmente attraverso la politica, ma non si esaurisce lì. Prossimamente pubblicherò anche quei libri che per me sono fondamentali per guardarsi dentro e fare un po' di introspezione. Prevedo che ci saranno anche alcune "invasioni di campo", in quanto raramente un libro si esaurisce in un solo compito. Sono indecisa se fare una lista dedicata all'educazione sentimentale delle donne, perché in genere odio le divisioni di genere, ma in questo caso credo che un lettore uomo me li tirerebbe dietro... Ma chissà. Forse la chiamerò "uno sguardo al femminile", per invogliare gli uomini a guardarci dentro un po' più approfonditamente...

Buona lettura!
Rose

giovedì 5 giugno 2014

Jane Austen- i luoghi e gli amici- Constance Hill



TITOLO Jane Austen- i luoghi e gli amici
AUTRICE Constance Hill
EDIZIONI Jo March

LA MIA ESPERIENZA: Immaginate di arrivare in Inghilterra, noleggiare una vettura e iniziare ad esplorare i luoghi in cui Jane Austen ha vissuto. Libri dell'autrice sotto braccio, pensate di riuscire a comparare le descrizioni dei romanzi con i paesaggi che avete davanti. Biografie alla mano, passeggiate nelle stesse stanze, lungo gli stesso sentieri. Un sogno per ogni Janeite. Questo libro è proprio ciò che avete appena letto: due Janeites di inizio ventesimo secolo affrontano il viaggio sulle orme della loro scrittrice preferita, creando un ritratto che attinge alla biografia, alle lettere edite così come al materiale inedito che sono riuscite a scoprire e a vedere. Ho amato profondamente questo libro in Austenland, che mi ha rivelato, confermato come l'ambiente intorno all'autrice, cioè le persone, le città e la natura, fosse fondamentale per capire a fondo la sua opera. Vi sembrerà di conoscerla ancora meglio dopo averlo letto e di esserci stati per davvero. 
A dire la verità un pensierino ce l'ho fatto, ad andare in pellegrinaggio negli stessi luoghi e chissà che non ci riesca! Un secolo però cambia tante cose, sopratutto il ventesimo che ha portato più cambiamenti di tutti i secoli precedenti, per cui credo che ciò che ci aspetterebbe oggi sarebbe molto diverso. Innanzitutto i Jane Austen Museums sparsi un po' dovunque, che rendono tutto più facile, ma al contempo meno avventuroso. Quello che ho apprezzato di più di questo libro è invece il tono pionieristico: le sorelle Hill trovavano i nuovi occupanti delle case, bussavano alla loro porta chiedendo di vedere le stanze dell'autrice, parlavano con i discendenti di chi l'aveva conosciuta e così via. Tutto questo ha contribuito a farmi sognare e spero che faccia lo stesso effetto anche a voi.
Due parole sull'edizione: molto buona, ottima carta e carattere, pochissimi refusi (e alcuni non sono neanche sicura che lo siano). La qualità delle illustrazioni invece l'ho trovata inferiore al resto. Peccato per la distribuzione ridotta all'essenziale. Io l'ho comprato a Torino, ma si può ordinare dal sito (jomarch)

In due parole: Inghilterra del Sud, Jane Austen... c'è bisogno di aggiungere altro?

martedì 20 maggio 2014

Mary Poppins- P. L. Travers



TITOLO Mary Poppins
AUTRICE P.L. Travers
CASA EDITRICE Rizzoli

LA MIA ESPERIENZA: Come per gli altri classici, non farò una propria e vera recensione, ma mi limiterò a riportare la mia esperienza di lettura. Ebbene, avete visto che è passato un bel po' di tempo dall'ultimo post. Nel frattempo non ho smesso di leggere, ma l'idea di mettermi al pc per scrivere la recensione, mi faceva venire sempre voglia di fare qualcos'altro... Periodo così capitano, se poi ci mettete che è iniziato il periodo intenso del lavoro... Insomma, avete il quadro della situazione!
Ma bando alle ciance, o ciancio alle bande, e arriviamo al libro... Se vi state chiedendo perché recensisco questo e non quelli che ho letto nel frattempo, il motivo è che... Non mi è piaciuto! Per niente! E dovevo dirlo al mondo.
Mary Poppins per me è stata una grande delusione. E da amante dell'Inghilterra, sono rimasta sconvolta. Mi apprestavo a gustarmi l'aroma britannico a ogni pagina e invece sono stata delusa. A posteriori ho scoperto che l'autrice è sì britannica ma nata australiana, e forse è per questo, ma boh, non saprei dirlo. Non ho trovato nulla dello spirito e dell'ambientazione del film (che comunque non è mai stato il mio preferito) e a dire il vero non vedevo l'ora di leggere la vera versione della storia, dato che si sa che il buon Walt ha sempre stravolto tutto col suo buonismo tutto a stelle e strisce. Ma neanche qui ho avuto soddisfazione.
Prima di tutto, la governante mi inquieta. E' lunatica, vanitosa e scorbutica. Non che volessi un personaggio zuccherino, ma in certi passaggi l'avrei presa a botte. Il lato fantastico è veramente al limite del non-sense, cosa che invece odio. Amo il fantasy, amo il reale fantastico, ma tutto deve essere coerente in un contesto e, lo ripeto, odio il non-sense. I capitoli sono praticamente racconti e, a parte un paio, li ho trovati noiosi. Quelli che ho preferito sono il compleanno allo zoo e quando Mary rimane sola con i gemelli che parlano con lo stornello. Questi due sono meravigliosi e mi hanno intenerito e fatto sognare, scostandosi dal resto del libro. 
Sono anche stata turbata dal capitolo in cui Mary ruba le stelle di carta dei bambini. Poi le va ad attaccare in cielo, ok, ma la figura della bambinaia che si intrufola di nascosto nella camera per rubarle (vista dai bambini che sono svegli e che ci rimangono malissimo) la trovo inquietante. E' vero che la letteratura per l'infanzia è cambiata tantissimo, che una scena del genere oggi forse la dovremmo giustificare anche troppo con insegnamenti pedagogici, ma io ci sono rimasta male per i piccoli! E anche i personaggi che ruotano intorno a Mary sono ambigui e starebbero bene in un film di Tim Burton, ma senza quel "che" che si ritrova in altri libri. Insomma, sarà l'età, ma avrei preferito sognare ad occhi aperti piuttosto che ritrovarmi a dire "Eh?" ad ogni capitolo...





lunedì 31 marzo 2014

La sposa normanna- Carla Maria Russo



Titolo La sposa normanna
Autrice Carla Maria Russo
Edizione Piemme 

Trama Palermo, 1185. Costretta in sposa al figlio del grande Barbarossa, Costanza d'Altavilla conosce una vita di intrighi, complotti, violenze e lotte di potere. Combatterà con tutte le sue forze, contro nemici potentissimi che vogliono distruggerla, finché sarà lei a regalare al mondo uno dei suoi più grandi sovrani di sempre: suo figlio Federico II di Svevia. In un avvincente romanzo storico, l'orgoglio indomito di una donna che ha segnato la storia.

La mia esperienza: ho comprato il romanzo in un momento di blocco del lettore, come vi ho già detto. Mi era stato assicurato un libro piacevole, scritto bene e non sono stata delusa! La cosa importante per me, come si sarà capito, quando leggo un libro storico è la scrittura e la capacità di rendere il passato. Non è di certo un mattone questo romanzo di 232 pagine, per cui non vi sono capitoli o lunghi passaggi di descrizioni, ma riesce comunque a catapultarvi nel periodo storico. È sicuramente incentrato più sulla vita interiore di Costanza che sulla politica, che non è assente ma non costituisce neanche il fulcro della storia, per cui lo trovo godibile da un vasto pubblico, anche da chi è più interessato alla trama, o ai sentimenti, che alle trame. Mentre lo leggevo, mi dicevo che potrebbe essere un ottimo libro di lettura per la scuola, perché rende bene senza annoiare la condizione femminile nel Medioevo. Costanza è bellissima e viva, ci si ritrova a piangere, a gioire e soffrire per lei. La figura di Federico poi riesce molto ben caratterizzata, con il suo modo di parlare unico. La Sicilia poi è un'altra assoluta protagonista, con colori, odori e sapori, parole e usanze. 

In due parole: sentimento e storia 

lunedì 17 marzo 2014

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo- Il ladro di fulmini


TITOLO: Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo- Il ladro di fulmini
AUTORE: Rick Riordan
EDIZIONI: Mondadori (letto in e-book)


TRAMA: Percy Jackson pensava di essere un dodicenne normale. Certo, il suo pessimo carattere dava qualche problemino. E poi il fatto di non aver mai conosciuto il padre, essere stato sbattuto fuori da ogni singola scuola mai frequentata ed essere stato protagonista di numerosi, quanto bizzarri, incidenti. Ma, dopo tutto, chi può dirsi “davvero” normale? Di sicuro la sua speranza di vivere un’esistenza comune crolla miseramente quando, davanti ai suoi occhi, la prof di matematica si tramuta in una Furia, con la F maiuscola. Un mostro mitologico pronto a fargli le penne. Perché Percy è tutto, fuorché normale.
Per Percy, ci sono molte scoperte all’orizzonte: non solo gli dei esistono (e vivono a New York), ma lui stesso risulta essere figlio di un’umana e di Poseidone. Nel suo futuro ci sono imprese mitiche... e 3 mesi di addestramento al Campo Mezzosangue, la colonia estiva che ospita i suoi simili, creature metà umane e metà divine. Accanto a lui troverà amici sinceri: la tempestosa figlia di Atena e un goffo satiro che bruca lattine come se fossero la cosa più golosa al mondo...

LA MIA ESPERIENZA: Come avete avuto modo di leggere più volte su Facebook o sul blog, ero molto restia all'idea di leggere di un altro "predestinato" dopo Harry Potter, oltretutto se figlio di un dio greco descritto dalla mano di un americano. Eppure mi sono dovuta ricredere parecchio! Mi sono molto divertita a seguire le avventure di un dodicenne sfigatino, vessato da ogni tipo di bullo, umano o semidivino, alla ricerca di un oggetto mitologico che manco pensava potesse esistere, tantomeno in America: la folgore di Zeus. Non vi aspettate un altro Harry, lo stile è completamente diverso: si entra subito nell'azione, non vi è traccia di quella malinconia così british a cui la Rowling ci ha abituato e lo stile è molto diretto. Poche cose sono lasciate alla riflessione, devo dire che si intuisce abbastanza bene dove stanno le magagne, i traditori nascosti nell'ombra e in questo è più "da ragazzi" rispetto al coetaneo inglese. Ma non è scontato, anzi, si intuisce che Percy ha ancora molto da dare nei prossimi romanzi e, se non si fanno paragoni, è molto piacevole come protagonista. Dopotutto, è un dodicenne con le priorità di un dodicenne, non un eroe votato al sacrificio e mi piace molto che alla fine sia lui a dover maturare e non arrivi in soccorso una figura paterna sdolcinata che ci sarebbe stata tanto male. Apprezzo che si senta che lo scrittore è un insegnante che conosce i ragazzi e adoro, adoro, adoro l'idea che la dislessia, i deficit dell'attenzione e l'iperattività siano segnali di un'origine divina e non disabilità. Lo farei leggere a quei ragazzi (e non) che nel periodo scolastico si sono visti "marchiare" del simbolo dei diversi, come un piccolo indennizzo. Dopotutto, ancora ai miei tempi si guardava molto meno a queste cose e i ragazzi venivano bollati come "studenti difficili", proprio come alla Yancy, la scuola di Percy. E a chi non sarebbe piaciuto ridurre in cenere la propria insegnante di matematica?
Inoltre, scordatevi il film, che ho trovato penoso, scordatevi i figherrimi Sean Bean, Pierce Brosnan e Uma Thurman: Poseidone è descritto a metà tra un surfista di mezza età e un pescatore, Zeus come un magnate di Wall Street, la Dodds come una cinquantenne metallara e così via. Tutto è molto meno epico del film, ma più originale e non scontato e proprio per questo mi è piaciuto un sacco!


IN DUE PAROLE: avventuroso e divertente

sabato 8 marzo 2014

PerSy in una nuova lettura... Ovvero io e i miei pregiudizi antiamericani...



Salve a tutti,
un altro post di aggiornamento. Le recensioni ultimamente mi vanno strette, non riesco proprio a mettermi davanti al pc a "ingabbiare" le mie ultime letture in schede, per cui vi tocca leggere un po' di ciance libresche in queste settimane... 
Vi avevo già informato su Facebook del bel libro storico che stavo leggendo, "La sposa normanna", che ahimè ho lasciato a casa materna tre giorni fa e che non ho ancora finito. Il pranzo domenicale me lo renderà e potrò così terminarlo. 

Molto ben scritto, lo trovo una piacevole lettura di svago, in quanto si concentra più sul lato personale ed emotivo di Costanza d'Altavilla che sugli intrighi. Molto rosa, ma assolutamente di un buon livello, con un bell'italiano, un uso della storia corretto a mio avviso, per farci vivere la condizione di una nobildonna dell'epoca senza annoiare. Se fossi un'insegnante, lo darei come lettura da scuola superiore, perché appassiona molto.


La pausa di lettura mi ha permesso di riprendere in mano il Kobo per poter leggere finalmente Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo- Il ladro di fulmini. Ebbene sì, l'avevo snobbato per anni, non avevo visto il film perché ero troppo fan di Harry Potter per poter concepire un altro "predestinato" all'epoca. Il fatto che prendesse come cornice la mitologia greca, che amo, e l'ambientasse in America, con un protagonista americano, di penna americana... Suvvia, potete capire perché fossi preda dei pregiudizi!!! Mica tutti sono Neil Gaiman... Invece mi hanno passato questi libri e adesso sono incollata alle pagine del primo, "Il ladro di fulmini". Mi ha preso tantissimo, rispetta veramente lo stile degli dei greci e le loro personalità (ho da ridire su Afrodite, ma per ora se ne è parlato poco) e il fatto che Percy sia uno sfigato di primissimo livello mi ha fatto impazzire. Vederlo vessato dalla progenie di Ares, con la testa nella tazza del water mi ha conquistato! E non perché sia odioso, anzi, ma il tutto lo rende più umano. Insomma, il linguaggio è un po' "uassameriganboi", ma questo ragazzetto non mi pare per ora il classico eroe statunitense alla Capitan America. Infatti sono indecisa se vedere il film, perché dal trailer mi sembra lo abbiano fatto un po' troppo figo...


Voi che ne dite? Lo avete letto o avete visto il film? Fatemi sapere le vostre opinioni anche su Facebook!

See ya!