giovedì 30 maggio 2013

Fatti a metà (un giorno come tanti)- Francesco Satanassi

Ciao a tutti i lettori,
eccomi alle prese con la mia prima recensione di un libro autoprodotto. Sono molto orgogliosa di aver ricevuto questa richiesta e ringrazio Francesco per l'onore concessomi. 


TITOLO: Fatti a metà (un giorno come tanti)
AUTORE: Francesco Satanassi
BIOGRAFIA: Francesco Satanassi ha più o meno trent'anni e vive a Forlì. Tiene in piedi un blog dove scrive parecchie stupidate che spesso finiscono in un libro. Ne ha scritti due, di libri. Oltre ad aver pubblicato racconti in antologie e riviste pensa che le caramelle gommose siamo il miglior rimedio contro ogni male. Ama i Clash e non sopporta i Queen.

Questo sarà anche un libro autoprodotto, l'autore non avrà frequentato la scuola Holden o un corso di scrittura creativa, lo stile sarà acerbo, ma "puttana vigliacca" (cito testualmente il libro...) quanto mi sono divertita a leggerlo!!

Si tratta di dodici racconti autobiografici con cui l'autore ci racconta la sua vita, dalle elementari alle medie fino alla maturità. Per ogni periodo della vita ci sono quattro storie che ci descrivono un aspetto diverso del crescere, dalle prime sfide contro amici e fratelli fino al primissimo confronto con la vita vera, quella che inizia dopo la scuola, quella che ci vede in prima fila davanti al mondo. I racconti sono infarciti di "cultura di serie B", quella con cui tutti noi trentenni siamo cresciuti: miti televisivi costruiti dai magnati della pubblicità, cartoni animati giapponesi, giocattoli, personaggi dei fumetti e cantanti grunge. La "generazione da bere" nata nei rampanti anni Ottanta, con mille promesse fatte nel periodo d'oro della nostra Italia e che poi si è trovata con lauree inutili nel cassetto e sogni a tempo determinato.
Dodici racconti come dodici capitoli indipendenti di un romanzo di formazione, al quale manca però una morale con cui concludere il percorso. Anzi, forse la morale c'è ed è quella che pervade la letteratura del nostro periodo, ovvero: nessuna certezza, a malapena ci conosciamo e passo dopo passo costruiamo la nostra vita, illuminando la strada con una torcia elettrica e vedendo solo porzioni di essa.

Avanziamo quindi nel conoscere meglio questa vita così unica ed universale allo stesso tempo e se vi state ponendo la domanda "Perché dovrei leggere la storia di questo ragazzo così normale e ai più sconosciuto?", la risposta che vi do è "Perchè lui è te". Francesco riesce a prendere gli episodi della sua biografia e a renderli universali per il lettore, abilità da non sottovalutare per un esordiente. Bisogna scrivere di ciò che si conosce, vero, ma anche rendere il lettore capace di comprenderci e di rivedersi in quello che scriviamo. 
Lo stile è ironico, divertente e a tratti spiazzante. Devo dire che in più punti sono scoppiata a ridere, cosa che raramente un libro mi provoca (fatta eccezione per quegli scrittori per me mitici come J.K. Jerome, Hasek Jaroslav etc.). Ma quando Francesco riflette sulla vita, sull'amore, riesce a toccare corde molto intime e a farti partecipe di quelle emozioni di cui a volte ci vergogniamo, ma che costituiscono il nostro lato più nascosto e tenero. Quindi si arriva alla chicca finale, che non sto a svelarvi, con cui si riallaccia il discorso iniziale, si ripercorrono gli stadi e se ne traggono le conclusioni con un occhio più maturo di prima. Come se fino a quel momento l'autore avesse voluto calarvi nella ironia della vita, con un rocambolesco giro di battute, per poi sedersi davanti a voi con un bicchiere di birra a guardarvi negli occhi per dirvi tutto quello che finora aveva taciuto, forse sottinteso.

Ed ora passiamo ai paragoni, che a un esordiente sono dovuti, aspettati. Chi mi ricorda? Un Benni da "Bar Sport", il fanciullesco Ammaniti di "Io non ho paura", un Erlend Loe di "Naif Super". Nomi grossi da accostare, ma seppur nella sua acerbità Francesco riuscirà a divertire chi questi autori li legge abitualmente. Ovviamente, ho trovato anche piccole pecche, alcuni racconti si perdono un po' e divagano troppo dal filo conduttore, ci sono ripetizioni e si sente la mancanza della correzione di un editor, ma qui voglio prendere la palla al balzo e lanciare un appello a tutti gli editori. Eccolo qui un autore da catturare e limare, da levigare fino a far splendere il suo stile che adesso è imperfetto, sì, ma che potrebbe donare un interessantissimo libro all'editoria italiana. Potrebbe andare ad aggiungersi a un Malvaldi con la schiettezza vernacolare, a un Brizzi che tanto bene seppe descrivere la sua generazione. Perciò tentateci con Francesco!

Per quanto mi riguarda, comprerò alcune copie di questo libro e lo regalerò ad amici selezionati, sapendo di incontrare i loro gusti. Già me lo vedo, questo librettino, circolare di nascosto fra i lettori, passando di mano in mano come una piccola perla, da lucidare, ma che tutti vorranno aver visto per primi!

blog dell'autore: 

http://francescosatanassi.tumblr.com/post/48357540133

per ricevere il libro scrivere a: checcosata@gmail.com

lunedì 27 maggio 2013

I luoghi del lettore... ovvero ove naufragar m'è dolce in questo mar... di parole...

Ciao a tutti i miei amici lettori,
oggi vorrei iniziare una nuova "rubrica", ovvero i luoghi del cuore dei lettori. Dove ci piace leggere, dove è bello sprofondare in un mare d'inchiostro, sia esso stampato o digitale. Ci sono sicuramente molti posti che amiamo, che ci ispirano sentimenti nobili o che sollevano semplicemente lo spirito. Mi viene da pensare al mio bellissimo "ufficio" all'aria aperta che non finisce mai di stupirmi della bellezza del genio umano e che ogni tanto mi fermo a guardare, come una scema, a bocca aperta, in mezzo alle persone. Ma non tutti i posti sono adatti alla lettura, all'immergersi nel mondo altro che troviamo nelle pagine dei nostri libri preferiti e quando ne troviamo uno ce lo teniamo stretto stretto, come un segreto da condividere con pochi. Ebbene, io vorrei invece parlare proprio di questi luoghi dove portiamo la nostra lettura fuori dalle case e dalle poltrone. Sul blog parlerò dei miei posticini, ma vi invito a partecipare, a postarmi sulla pagina Facebook i vostri luoghi del cuore.

Da dove partire? Durante il mio corso di laurea ho letto e studiato più o meno dovunque. Di solito in treno, ma non lo elencherei nella lista dei luoghi preferiti, quanto in quella dei posti "di necessità, virtù", ovvero dove ho imparato a leggere nonostante tutto... Nell'indecisione di scegliere un luogo familiare, inizio da lontano. Infatti questo post me lo ha suggerito una foto della New York Public Library. L'ho visitata durante il mio viaggio di nozze e non ho potuto fare a meno di rimanere a bocca aperta. Un bellissimo edificio dove i libri sono celebrati nella loro importanza e dignità. E, al contrario dell'altrettanta bellissima Library of Congress di Washington D.C., sono riuscita anche ad entrare nella sala da lettura. Ecco qui la parte aperta al pubblico:


Ovviamente, per non disturbare i lettori e gli studenti, una metà di questa immensa sala è chiusa ai visitatori. Devo dire che questo luogo mi ha regalato alcuni momenti di assoluto riposo e relax, seduta a uno dei tavoli e anche se non ho veramente letto libri qui dentro, ho capito quanto questo posto possa essere rigenerante per la mente e lo spirito. Avete presente quando un posto vi accoglie e vi fa sentire a casa anche a migliaia di chilometri e un oceano di distanza?

Sapete dove invece ho passato un'oretta in perfetta pace dei sensi? Sulla sabbia di South Beach a Miami, dove ho letto alcuni bellissimi racconti pubblicati su "Poets and writers". 

Complice il fatto che era gennaio, c'erano pochissime persone sulla spiaggia, nonostante i 28 gradi, e io e mio marito ci siamo stesi, distratti solo ogni tanto da qualche gabbiano curioso, immersi nella lettura... e dire che non ero mai riuscita a leggere in riva al mare prima! Certo, non tutte le spiagge sono uguali, ora ne ho avuto la prova. Non so se durante l'alta stagione della Florida questo luogo mantenga quest'atmosfera da oasi di pace (ne dubito altamente), quel che è certo è che quell'oretta passata così è uno dei ricordi più belli del mio viaggio di nozze!

Rose

giovedì 23 maggio 2013

Caffè Stoccolma

Il sottotitolo del post sarebbe: e parte la nostalgia...

A Milano è in svolgimento una rassegna dedicata alla Svezia, sotto vari aspetti: letteratura, lingua e cinema. Ci saranno incontri molto stimolanti in programma, per cui se abitate sotto la Madonnina vi consiglio vivamente di andare. E' organizzato da Iperborea, in collaborazione con alcuni grandi nomi del mondo letterario e dell'Università (ciao relatore!!).

QUI potete trovare il link al programma.

E qui mi trovo a sospirare, perché tutto questo mi ricorda i miei viaggi al Nord, gli autori incontrati e le esperienze con persone fantastiche che nonostante la loro importanza trattavano noi studenti con rispetto e simpatia, aprendoci il loro mondo di conoscenza. Tutto il contrario di quello che accade normalmente in Italia insomma. Ecco, il momento amarcord è arrivato anche per me! Approfitto di questo post per ringraziare i miei prof al dipartimento, che mi hanno accompagnato come veri maestri lungo il percorso della laurea. E quando mi chiedono "ma perché hai studiato norvegese??" invece di star lì a rispondere, la prossima volta dirò: "Se non ci arrivi da solo, non posso spiegartelo!".

mercoledì 22 maggio 2013

Shopping libresco da Torino

Eccoci invece al post che riguarda gli acquisti di libri.

Sì lo so, le foto. Le foto ci saranno, non temete.

[Marito, se mi leggi, abbisogno delle foto...]

Dicevo, ovviamente ho pagato lo scotto della prima edizione. Non avendo ricevuto suggerimenti o notizie da chi prima di me si era recato al Salone (ma chi c'era andato poi? Quando dicevo per dove partivo mi facevano degli occhi così, manco fosse Marte. Ora, ho capito che prima per andare a Torino dalla Toscana dovevi prendere dieci treni e il Titanic, ma insomma, mi pare ignoranza esagerata...), non sapevo che in TEORIA si potevano ottenere sconti e al 98% dei casi ho pagato il prezzo di copertina. Certo, alcuni cartelli promozionali li avevo visti, ma pensavo si trattasse di pura bontà di una singola casa editrice. Vabbeh, non è che rimpiango i soldi spesi in libri, solo che sono sempre più ingenua di una Biancaneve della Disney.

Comunque, ecco a voi i miei nuovi bambini, che sto tenendo sul comodino per farli ambientare:
- Mikael Niemi, "La piena", Iperborea;
- Erlend Loe, "Doppler", Iperborea (altro mio amore, è l'autore su cui ho fatto la tesi di laurea, Doppler l'avevo letto in norvegese e ho colto l'occasione per prenderlo tradotto);
- Goran Tunstrom, "Un prosatore a New York", Iperborea (gentile omaggio);
- G.R.R. Martin, "Il battello del delirio", Gargoyle Books.



Questo per i libri. Per le riviste:
- Il Salotto degli Autori, Carta e Penna (To);
- Leggere tutti;
- Il libraio (GEMS);
E un'edizione unica, sempre di Carta e Penna, "1800 battute" per il Salone del Libro.

Inoltre ho preso le anteprime di:
- L'alba si portò via la notte (Laura Orsolini), La memoria del mondo editore;
- Finchè zombie non ci separi (Jesse Petersen), Multiplayer.it;
- Phoxygen, (Angelo Bussacchini, Christian Bisin), Multiplayer.it

Staremo a vedere quante di questi assaggi diverranno letture complete.

Ora, a tutto questo bisogna aggiungere gli acquisti fumettosi di Marito, tra cui un bel volumozzo dell'"Eternauta".

Ma non pensate che mi sia scordata i piccoli che avevo a casa ad attendermi! Per cui sono combattuta tra lanciarmi tra le novità oppure continuare con la scaletta. Sto andando avanti con Marcello Simoni, perché altrimenti perdo il filo delle tracce e non ci capisco più niente, ma il richiamo del nord è forte e credo che ancora prima di Dan Brown passerò dalla Svezia con Niemi!

Pianificando la prossima edizione del Salone, credo proprio che partirò in anticipo e mi concentrerò sulle piccole case editrici, magari riuscirò anche a farmi una lista (una parte del mio cervello se la sghignazza, ma posso, devo farcela). Intanto ho già prenotato il B&B e questo non è poco! ;)

A presto con le foto!!

martedì 21 maggio 2013

Il mio shopping al Salone del Libro!

Ciao a tutti,
oggi vi faccio vedere cosa ho comprato extra libri al Salone!

Innanzitutto mi sono imbattuta in quella che è la fusione delle mie due passioni, la lettura e il thè, quindi non ho potuto non arricchire la collezione di mug con questa tazza:


E' di Polo Sud Meditathe, sono sicura che tantissimi di voi la conosceranno perché presente nelle Feltrinelli. A me è piaciuta questa con la citazione di Lewis Carroll: "Di solito Alice si dava ottimi consigli, però poi li seguiva raramente". Che dirvi, mi ci ritrovo troppo!!!

(La mia collezione di mug ha un solo leit motiv: le tazze ci devono far ridere, ma con Marito ci siamo resi conto che molto spesso hanno un umorismo nerd...)


Inoltre ho anche colto l'occasione per acquistare un'altra tote bag, questa volta di Liberos un'associazione sarda, con su scritto "Con la cultura si mangia"!!! QUI potete trovare alcuni scatti del loro stand, bellissimo. Dato che sostengo da tempo che con la cultura italiana (non solo libri) si potrebbero risollevare le sorti del nostro Paese, credo che la sfoggerò anche al lavoro.

Altra nota che vorrei segnalare, anche se non ho poi acquistato nulla, riguarda Scaldalibro, ovvero copertine in stoffa per libri, e-reader e i-phone, made in Italy. Sono veramente belle e colorate, io non le ho prese solo per motivi economici e perché il mio e-reader ha una copertina super smart: ha un inserto sul retro dove posso infilare la mano per tenerlo sollevato ed evito così di afferrarlo, con grande sollievo del mio tunnel carpale. Ma vi assicuro che le avrei comprate tutte!

Rose

lunedì 20 maggio 2013

Il Salone del Libro 2013: la mia esperienza



Di ritorno dal Salone del Libro di Torino 2013. Dove osano le idee…

Sul treno di ritorno, mi sono ritagliata il tempo di visionare il materiale raccolto, conscia della frenesia lavorativa che mi aspetterà non appena metterò piede a casa. Ho quindi approfittato dell'ultimo squarcio di me time del weekend per passare in rassegna riviste letterarie e cataloghi che senza cernita ho infilato nella borsa. E come spesso accade, ho anche sfogliato i ricordi.

Che esperienza. Il mio primo Salone. Il primo non si scorda mai e credo proprio che sarà così. Arrivata a Torino sotto la mole dello stress accumulato in queste settimane, ho stentato a calarmi nell'aspettativa di ciò che mi attendeva varcati i cancelli del Lingotto, con grande disappunto di Marito. Ma è bastato poco, pochissimo, una volta entrata, per cancellare tutto e godermi questa incredibile emozione. All'inizio ero un po' stranita dalle dimensioni della manifestazione, che sì sapevo essere grande, ma non avevo capito quanto. Avevo paura di perdermi qualcosa, di non riuscire a vedere tutto, che poi questo tutto è un'utopia in quanto o si ha il dono della bilocazione o si deve innegabilmente rinunciare a qualcosa. Incontri, stand, presentazioni, pile e pile di libri, autori, fumettisti e chi più ne ha più ne metta! Un paradiso e credo di aver respirato carta e inchiostro poiché nel giro di pochi minuti la testa ha cominciato a girare e io a ridacchiare. Una sensazione del genere non la provavo da tantissimo tempo e mi sono sentita anche più giovane, come quando andavo ai miei primi grandi concerti.

E vedere Saviano, Daverio, Mauro Corona passarmi accanto mi ha ricordato di quando incrociavo Ville Valo nei corridoi dell'Astoria di Londra tanto mi sembrava di essere una fan davanti ai suoi idoli. Salterellare da un corridoio all'altro, ascoltare gli autori, fare shopping di libri e oggettistica mi ha proprio rigenerato lo spirito. Marito sentiva già il conto corrente piangere, ma devo dire che siamo riusciti a trovare un metodo nel nostro shopping: ci siamo concentrati su quegli autori, titoli o case editrici difficilmente reperibili a cose normali. Dato che viviamo vicini a una grande città e che non abbiamo problemi per quanto riguarda i mainstream, grazie anche al cugino libraio, abbiamo preferito riportare a casa ciò che non viene normalmente distribuito attraverso i canali più semplici. Devo dire che abbiamo anche evitato di visitare a lungo gli affollatissimi padiglioni di Feltrinelli, Mondadori, Einaudi, per non parlare della bolgia creatasi a casa Newton & Compton a causa della linea Live (quella a 0,99 €). La sensazione che ho avuto lì dentro è stata quella di essere in una libreria durante un'apertura festiva, quando la mia capacità di concentrazione e acquisto cala drasticamente. Quindi, grandi stand evitati.

Ma grandi emozioni provate. Sopratutto quando ho visto il corner della Iperborea, la casa editrice del mio corso di laurea in letterature nordiche. Avevo le lacrime agli occhi mentre illustravo a Marito i pregi di quelle meravigliose edizioni, dell'attente traduzioni e degli autori ricercati, quando la ragazza dietro al banco mi ha indicato un uomo alto e snello che si aggirava nei pressi del divanetto. Quell'uomo era Mikael Niemi, l'autore di uno dei miei libri preferiti, "Musica rock da Vittula"!! Sapevo che la presentazione del suo ultimo libro, "La piena", sarebbe stata solo il giorno seguente e già rimpiangevo di non potervi andare. Quindi, afferrato al volo uno dei suoi libri, mi sono fiondata ai divanetti per il classico "meet and greet", emozionata come una bambina davanti a Babbo Natale!

Devo dire che anche il look vuole la sua parte ed ogni appassionato di lettura sfoggiava la sua bella borsa di tela con su la citazione preferita. Io avevo scelto quella acquistata alla Library of Congress di Washington D.C. con la citazione di Jefferson "I cannot live without books". Questo è stato uno degli aspetti che più mi è piaciuto dell'esperienza, ovvero il senso di condivisione: sapevo di essere lì per lo stesso motivo degli altri, la passione della lettura. Come a un festival. Avrei preferito però avere anche un'occasione per condividere questo con altri, uno spazio blogger o un incontro di community. Questa potrebbe essere una delle strade da perseguire in futuro per il Salone, creare occasioni di incontro orizzontali e non front of soltanto, per permettere ai "bookworms" di scatenarsi nelle proprie passioni.

Altro acquisto effettuato di particolare interesse è stato un libro di G.R.R. Martin "Il battello del delirio" edito da Gargoyle books, fuori dalla meravigliosa saga di Westeros, dedicato questa volta all'horror fantasy e ai vampiri. Ora, io con la letteratura vampiresca ho dei problemi. Gli unici due libri che accetto sono "Dracula" e "Intervista col vampiro". Punto. Neanche i vari seguiti scritti dalla Rice per me hanno una qualche rilevanza. Ma qui le premesse del grande scrittore ci sono tutte e spero veramente di trovare un altro titolo da mettere nella mia cortissima lista di libri sul genere che hanno superato l'esame.

Restando sul tema fantasy, ho anche assistito alla presentazione di "Dragonero", una serie a fumetti che sarà edita da Bonelli e che già ha catturato l'attenzione di Marito.

Un'altra cosa che ha attirato la mia attenzione sono state le riviste letterarie. Ne ho prese diverse in omaggio e mi riprometto di leggerle per individuarne alcune da mettere in abbonamento. Dopo la felice esperienza con "Poets and writers" acquistato negli Stati Uniti, mi sono avvicinata a questo mondo dove si ha l'occasione di leggere autori emergenti e poco conosciuti, che però possono davvero rivelarsi una bellissima scoperta. Nonché di ritornare a quel genere che ho un po' trascurato che è il racconto breve.

A fine serata i piedi imploravano pietà (al Lingotto mancano spazi relax dove sedersi), ma l'animo era ringiovanito e rinvigorito dall'esperienza. Sicuramente da ripetere l'anno prossimo (stessa spiaggia, stesso mare)!



p.s. le foto a breve!! L'iphone ha seguito Marito al lavoro, non può stare senza il suo padroncino... ;)


venerdì 17 maggio 2013

Anna Karenina

Ciao lettori e lettrici, vicini e lontani!
Ho concluso la lettura di "Anna Karenina", del grande, incommensurabile Lev Tolstoj.

E un senso di vuoto mi ha pervasa.

Come si può recensire un capolavoro come questo? Non si può, ecco. Si è già detto e scritto tutto, persone molto più autorevoli di me l'hanno analizzato, girato e rigirato e studenti di letteratura hanno scritto saggi migliori di questo articolo. Perché questa è la verità. 

Quindi, cercherò di riportarvi la mia opinione ed esperienza.

Prima di tutto l'edizione e-book è stata veramente deludente. Ho preso la Newton&Compton a 0,49€ e devo dire che tra refusi, errori di punteggiatura e formattazione, in alcune parti la lettura è quasi impossibile. Spero che queste parole portino a un miglioramento dell'edizione di uno dei testi fondamentali della letteratura mondiale.

Per tutto il resto c'è Tolstoj. E' incredibile come questo autore sappia penetrare nelle profondità dell'animo umano. Nelle sue parole c'è tutto, amore, odio, orrori, inconfessabili timori e tremori che popolano il nostro io. Le donne in particolar modo sono campo di elezione dell'autore russo. Ricordo ancora con trasporto il ballo di Natascia (Guerra e Pace) e non posso fare altro che paragonarlo, senza alcun timore, a quello di Kitty. In entrambi i casi i moti dell'anima delle giovani fanciulle sono resi con una vividezza che quasi  fa spavento, sembra che qualcuno vi abbia spiato nei pensieri più intimi. Tutto il palpitante mondo di aspettative, speranze, paure che agitano un giovane cuore è reso su carta, in parole e l'aria stessa vibra di quelle emozioni.
Kitty, Anna e Dolly, tre donne che rappresentano tre archetipi quasi, la vergine, la donna e l'anziana (anche se Dolly tanto anziana non è, solo che si rinchiude nel mondo della maternità e rifiuta di vivere come donna) e che incarnano i tre volti dell'amore. Ecco, come ho letto recentemente su Dustypagesinwonderland questo non è un libro d'amore, ma oserei dire un libro sull'amore. L'amore arriva alle sue estreme conseguenze, gli amanti qui descritti agiscono come su binari, una rotta su cui non hanno controllo, ma che non possono fare a meno di seguire. E se Kitty si realizza, Anna si rovina e Dolly si rassegna, non è forse per una loro volontà, ma per le qualità intrinseche del proprio amore. Sentimento che non viene idealizzato come forza salvifica, ma che viene sezionato e analizzato attraverso le tre coppie che animano il libro. Non vi aspettate quindi passione, tutto viene narrato, ma poco descritto. Sono i dialoghi a portare avanti gli eventi, attraverso le parole, dette e non dette, Anna viene a perdersi, tra le braccia di Vronskij prima e in se stessa dopo, ma non si tratta e non deve essere letto come un romanzo moderno.

La parte che più mi ha colpita è però d'incredibile modernità. Si tratta del destino della relazione Anna-Vronskij. Carnefici di se stessi, si chiudono in una relazione che non ha sfogo nella società, società ipocrita che prima incoraggia gli amanti, salvo poi rifiutarli come la storia si ufficializza al di là dei rapporti moderati dalla legislazione, cioè il matrimonio. Ma mentre lui continua ad avere una sua vita, ad essere ricevuto e a poter avere frequentazioni sociali, Anna non può e si totalizza nella relazione con l'amante. Lo rende il suo unico scopo di vita, lo pone al centro della propria esistenza, che si appiattisce e da essere poliedrico (sebbene infelice) si abbandona sempre più al ruolo di amante, precaria a vita e pertanto continuamente alla ricerca dell'eterna seduzione degli uomini, senza la quale la propria vita perde senso. Diviene di fatto una mantenuta e questa situazione distrugge quella donna che tanto aveva affascinato Vronskij, il quale non può staccarsi, vuoi per barlumi di sentimento, vuoi per senso di rispetto e terrore per ciò che loro due hanno compiuto. Verso la fine del romanzo si sente un po' il giudizio dell'autore, non bigotto, ma pieno di compassione e pietà, anche se si prelude a quella crisi spirituale che porterà a Redenzione.

Il capitolo della morte di Anna è un capolavoro. Come in quello del ballo di Kitty, Anna è ancora colei che può creare e distruggere la vita, una macchina che trascina sentimenti e passioni, terrori primordiali e visioni allucinogene. Qui però tutto ha perso prospettiva, parole vuote acquisiscono significato e viceversa, Anna vuole morire ma al tempo stesso no, si butta sotto a un treno e se ne pente nel momento stesso. Muore così, nella confusione mentale, in preda all'oppio ma anche a un vuoto esistenziale che non sa colmare più. La metafora usata nella frase che ne descrive la morte, come se Anna stesse leggendo un libro e improvvisamente viene accecata dalla luce, è qualcosa che porta oltre alle lacrime.

Mi sono chiesta come ho potuto vivere fino ad ora senza questa lettura e come ho potuto far passare così tanto tempo senza rileggere Tolstoj. Ritrovarlo è stato come andare a casa di un vecchio amico.

mercoledì 8 maggio 2013

Al mio via, scatenate l'INFERNO!!



SIETE PRONTI?? CONTO ALLA ROVESCIA!!

E questo è per chi pensa che i libri siano una cosa noiosa...



domenica 5 maggio 2013

Tentazione digitale: nuovo cozy crime!

Cari lettori e lettrici,
oggi, complice una giornata di pioggia, il marito fuori città e un gatto operato in vena di coccole, mi sono messa a scaricare anteprime di ebook per individuare il prossimo acquisto. Ne ho prese diverse dal Kobo desktop e devo dire che mi sembra un'idea molto intelligente quella di darci la possibilità di leggere le prime pagine prima di decidere se comprare o meno. Dato che è in corso un'offertona sui libri in inglese (90% meno!), ho scelto anche il primo capitolo di quello che pare a tutti gli effetti un cozy crime.  Ebbene, dopo le prime righe, già la protagonista era diventata un'amica e ho iniziato a calarmi completamente nell'atmosfera del romanzo. Ergo, nel giro di qualche pagina avevo già deciso di acquistarlo e non ho indugiato oltre!

Il libro è Chocolate chip cookie murder, di Joanne Fluke.


Si tratta di un giallo che mescola il brivido al gusto delle ricette della protagonista, una pasticcera del Minnesota. Sembra essere una tendenza molto popolare quella di unire il giallo al "dolce". Per me si tratta ancora di una novità e mi piace sperimentare queste autrici di letture di puro svago.

Lo aggiungo pertanto anche alla tbr pile e vi terrò aggiornati con la lettura in lingua del mese!

Rose

mercoledì 1 maggio 2013

TBR Pile- maggio

Ciao lettori e lettrici,
devo essere sincera: "Il seggio vacante" non mi sta facendo impazzire, quindi l'ho abbandonato sul comodino, in attesa di un momento migliore per continuare la lettura. Pertanto inizio il mese con una nuova lettura: come avevo già annunciato, sto per leggere il Premio Bancarella 2012, ovvero

- Marcello Simoni, Il mercante di libri maledetti, Newton&Compton, stato di lettura: pagina 40.


***edit 5/5
- Joanne Fluke, Chocolate chip murder, stato di lettura: pagina 10


Ovviamente continua la lettura su e-reader di Anna Karenina, lettura piuttosto impegnativa, anche perché la leggo principalmente sul treno mentre vado a lavoro, o torno. Quindi la lentezza non è dovuta tanto al libro, di per sé bellissimo, ma al tempo ridotto che gli dedico... e alla mole!

Rose